Dal prossimo futuro. Storia di una specie estinta

22nov.9:3010:30Dal prossimo futuro. Storia di una specie estinta9:30 - 10:30 ATTIVITÀ IN PRESENZA:EVENTI SPECIALITARGET:PER TUTTITEMI:TRACCE DAL PASSATOBenevento

QUANDO:

22 novembre 2024 9:30 - 10:30

SEDE EVENTO:

Benevento

ALTRI EVENTI

INFORMAZIONI ATTIVITÀ:

(Cod.#B_0045)

DOVE: Ex Convento San Felice, Viale degli Atlantici, Benevento

A cura del Dipartimento di Lettere e Beni Culturali, Università della Campania “Luigi Vanvitelli”

Con:

Francesco Sielo, Dipartimento di Lettere e Beni Culturali, Università della Campania “Luigi Vanvitelli”

Elena Porciani, Dipartimento di Lettere e Beni Culturali, Università della Campania “Luigi Vanvitelli”

Lucia di Girolamo, Dipartimento di Lettere e Beni Culturali, Università della Campania “Luigi Vanvitelli”

Daniela Carmosino, Dipartimento di Lettere e beni culturali, Università della Campania “Luigi Vanvitelli”

Silvana Rapuano, Dipartimento di Lettere e Beni Culturali, Università della Campania “Luigi Vanvitelli”

Nella cornice del palazzo della Soprintendenza di Benevento, davanti al fossile del dinosauro Ciro, si propone la drammatizzazione dei testi di grande impatto emotivo di alcuni grandi scrittori novecenteschi come Anders, Moresco, Primo Levi, Morselli e Svevo, intervallata dai commenti di una guida letteraria, che li connetterà in un’unica grande storia. La narrazione, ambientata in un prossimo futuro, racconterà di una specie vivente che si è estinta irreparabilmente, come se non fosse mai esistita e di cui nessuno parlerà mai più, perché non è rimasto nessuno a ricordarla. Man mano che si procederà nei racconti e nei commenti si capirà che la specie estinta di cui si parla non è quella dei dinosauri ma la stessa specie umana, definita scientificamente dal biologo evoluzionista Henry Gee come in via d’estinzione, nonostante o per meglio dire proprio a causa della sua sovrappopolazione.

Le scienze naturali hanno ormai da un ventennio dimostrato che le diverse emergenze ecologiche in corso (inquinamento, cambiamento climatico, ecc.) potrebbero portare a un irrimediabile collasso nel prossimo futuro. Nonostante questa conoscenza scientifica sia di dominio pubblico, manca una reazione di massa. Psicologi come Gilbert e Stoknes sostengono che, davanti a rischi non immediati, non si attivino quelle reazioni emotive che portano l’individuo a reagire. L’umanità potrebbe quindi non reagire ai segni di una potenziale catastrofe poiché non riesce a immaginarlo come una possibilità realistica.

Tuttavia, secondo Meeker e Nussbaum, le arti potrebbero compensare questo difetto emotivo, stimolare le coscienze e rendere possibile una sinergia tra conoscenze diverse (geoscienze, psicologia, neuroscienze, sociologia), per riuscire a scongiurare il rischio di un cataclisma globale.

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